Quando i figli non ascoltano i genitori

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Se vogliamo costruire un dialogo autentico con i nostri figli, dobbiamo imparare ad ascoltarli, dobbiamo essere capaci di un ascolto integro, non giudicante e che ci stupisca perché veramente nostro figlio ci sta parlando dei suoi desideri, delle sue paure, dei suoi progetti, insomma di quello che è o che vorrebbe diventare. Gli adolescenti parlano sempre se sono ascoltati. Quindi dobbiamo avere  nell’ascolto un approccio caratterizzato da amore e apertura mentale. Il nostro modo di ascoltare non deve essere strumentale cioè ti ascolto perché dopo ti devo dire le cose che ti devo dire. Inoltre dobbiamo evitare che la modalità con cui ci relazioniamo ai ragazzi sia piena di ansia e preoccupazioni; in questo modo infatti ai  figli arriva solo la nostra ansia e ciò che vogliamo comunicare perde completamente interesse per loro e non ci ascoltano.

Ascoltare i propri figli e dare il giusto esempio

Abbiamo due pilastri fondamentali per costruire una relazione felice con i nostri figli ossia ASCOLTO ed ESEMPIO. Infatti attraverso un ascolto integro riusciamo a restituire ai ragazzi i loro sentimenti, i loro valori e punti di forza ottenendo un arricchimento reciproco: noi genitori ci arricchiamo perché i nostri figli condividono con noi in modo autentico pezzi della loro vita e i ragazzi attraverso la nostra restituzione comprendono meglio i propri sentimenti e punti di vista. Dunque indicatore dell’ascolto integro è lo stupore. Inoltre non dobbiamo dimenticarci che i ragazzi osservano, analizzano, ci ascoltano sempre, quindi dobbiamo essere un esempio di persone che ricercano  felicità e armonia. Se siamo noi i primi a essere arrabbiati e disperati, è molto difficile dire ai ragazzi di essere felici, di ricercare gioia nella vita.

Dunque per il genitore impegnarsi a costruire una relazione felice con i propri figli è una grande opportunità per lavorare su se stesso cercando di trovare una dimensione di felicità e appagamento nella propria vita. Potremo dire che il genitore si allena per vivere sempre meglio, imparando a riprendersi degli spazi e delle passioni che magari aveva abbandonato in un cassetto tanto tempo fa.

Il ruolo del Coach nel rapporto figli-genitori

Il mio lavoro è allenare non solo i ragazzi ma anche i genitori affinché non dimentichino o ricomincino a prendersi cura di sé, a valorizzare i propri punti di forza e a trovare obiettivi sempre più appaganti e sfidanti; solo in questo modo potremo diventare genitori autorevoli perché felici in quanto la nostra vita è ricca di significati e fiorisce ogni giorno.

Da dove si comincia? Cosa vuol dire prendersi cura di noi? Sicuramente vi chiederete tutte queste cose.

Io vi rispondo è molto semplice:

1) innanzitutto impariamo ad ascoltare i nostri figli

2)facciamo sbollire la rabbia prima di parlare con loro

3) esercitiamoci per riuscire ad avere un ascolto integro privo di pregiudizi

4) pensiamo a quando è stata ultima volta che abbiamo fatto qualcosa per noi e dedichiamo un po’di tempo, anche poco per fare qualcosa per noi durante la giornata (anche una telefonata con un’amica, un film che ci piace tanto, un libro, una passeggiata liberatoria)

5) guardiamo qualche serie insieme ai nostri figli

6) restituiamo importanza ai nostri sogni e trasmettiamo ai nostri figli importanza di sognare, di  immaginare il futuro desiderato. Da qui iniziano tante cose belle

7) smettiamo di parlare solo di scuola

8) cominciamo o continuiamo a dare un’educazione sentimentale ai nostri figli

9) dobbiamo evitare che la modalità con cui ci relazioniamo ai ragazzi sia piena di ansia e preoccupazioni, perché in questo modo ai nostri figli arriva solamente la nostra ansia e ciò che vogliamo comunicare perde completamente interesse per loro e non ci ascoltano.

10) non dobbiamo dimenticarci che i ragazzi osservano, analizzano e ci ascoltano SEMPRE, quindi dobbiamo essere noi adulti i primi a ricercare felicità e armonia e non dobbiamo mai smettere di sognare.